Libro "Corri corvo Corri"


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Perché “Corri Corvo Corri?”. Perché arriva un momento nella vita in cui si rende necessario indirizzare il cuore al di là dei suoi facili confini, del candido orticello immacolato in cui tutto tace e nulla si dispiega. Perché a forza di tacere la storia procede e non c’è nessuno a ricordarla. Ricordare. Ricordare e raccontare aiuta a lenire le ferite, permette alle strade di aprirsi verso nuove strade e a queste nuove strade di imprimersi nei percorsi di chissà quante e quali persone. Per riprenderla la Storia. Per darle significato. Esiste un ideogramma cinese che lega inseparabilmente l’idea di perdita e quella di liberazione – come quando si è sottratti da una prigione e si ritorna alla luce della vita ordinaria. Dalla liberazione, e così dalla perdita, c’è molto da guadagnare: nel liberarsi, come quando cade la pioggia, la lavagna viene lavata.
“Corri Corvo Corri” è una storia, la mia storia, di cadute e di crescita, di smarrimento e di consapevolezza. La storia, la mia storia, di un ragazzo che si ammala di anoressia e non capisce cosa gli stia capitando. E non capisce cosa accada dentro a certi ospedali, in mezzo a certe corsie, davanti al plotone di certi camici bianchi e agli sguardi ironici di chi non vede né il capello né tantomeno l’uovo.
“Corri Corvo Corri” è la storia di chi, chiunque egli sia, sta attraversando un momento difficile e fatica a ritrovarsi. Donna o Uomo. Uomo o Donna. Anziano o bambina. Bambino o anziana. Ragazzo, ragazza, madre, padre, figlio, figlia. La solitudine e il dolore non conoscono né genere né gerarchie. Genere o gerarchie non li conosce nemmeno il disturbo alimentare.
Girano molte leggende, tantissime voci: dei disturbi alimentari se ne parla poco, se ne parla male, non se ne parla proprio. Affare di donne, di ragazzine viziate. Tutta colpa della moda. Non esistono anoressici. Le madri sono sempre la causa. Alla fine basta mangiare. Obesità? E perché è una malattia? Obesi, che si mettano a dieta. Gli anoressici son tutti froci. Un po’ di pedate nel culo e vedi come riprende a mangiare. È tutta questione di volontà. Non è detto che sua figlia guarisca. Suo figlio non può guarire. Ci sono posti dove non hanno da mangiare e queste fanno le schizzinose. Non sono che egoisti. Non sono che egoiste. Chissà che educazione le hanno dato. Poverine. Ma non hanno genitori? Sembra un ebreo. Di anoressia mica si muore. Facile esser magre se mangi e poi vai a vomitare. Tutta colpa delle modelle e dei pantaloni skinny. La Ferragni hai visto quanto è magra? Troia. Ciccione. Per essere lì chissà a chi l’ha data. Certo che è ingrassata. Il rosa è un colore da ricchioni. Gli omosessuali andrebbero curati. Troppo alta. Troppo bassa. Uno e cinquantotto e vuole fare la modella? Questi mezzi uomini che si fanno i risvolti ai pantaloni e si radono i peli dal petto. Quella fa schifo, nemmeno si toglie i peli dalle braccia. È tutta colpa delle modelle, delle madri e dei pantaloni skinny.

I Disturbi Alimentari non hanno né genere né gerarchie: riguardano donne e uomini di qualsiasi fascia di età, ceto sociale, provenienza.
I Disturbi Alimentari sono malattie che in molti casi sfociano in morte.
I Disturbi Alimentari sono malattie e non dipendono dalla volontà di chi sta male.
I Disturbi Alimentari sono malattie e, come ogni malattia, necessitano di cure adeguate.
Dai Disturbi Alimentari si può guarire.
I Disturbi Alimentari non sono sempre colpa delle mamme, dei genitori o delle modelle.
La verità è che le parole sono pietre e quando non le usiamo bene possiamo fare male.

“Corri Corvo Corri” è la storia, la mia, di un ragazzo che, non per colpa sua, si ammala di anoressia e d’improvviso viene catapultato, insieme a chi lo circonda, in una realtà nuova, per molti versi spaventosa e umiliante. Una realtà da cui, tuttavia, si può sempre guarire.



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